Il Reportage

La Kiev di Santa Sofia
e gli occhi di ghiaccio di Irina

 

Piazza-SofiaGli occhi sono una trappola di ghiaccio. Fissarla non è difficile, semmai è più complicato abbandonare quello sguardo. <Spendo quasi tutto quel che guadagno – dice Irina, 26 anni, commessa a Kiev, inglese perfetto, italiano così così – non mi nego nulla. Perché dovrei?>. Per il futuro. <Futuro? Me l’avete insegnato voi: “quant’è bella giovinezza che si fugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, del doman non v’è certezza”>. E aggiunge: <Sono i Canti Carnascialeschi di Lorenzo de’ Medici, scritti intorno al 1500>. Però.

In uno dei più frequentati centri commerciali, Irina vende abiti di marca scontati, collezioni dell’anno prima: <Da casa mia ci vuole un’ora ad andare e un’altra per tornare: spesso mi porto un cambio e la sera vado a divertirmi direttamente da qui. Prima ristorante o anche fast food, qualche volta, e poi discoteca, cinema, teatro, karaoke. Perfino l’Opera>. Forse è anche un invito all’azzardo, ma lascio cadere. Saluto e Irina mi accompagna con altre due parole che stupiscono: <Carpe diem>. E subito dopo <Orazio>. Sorrido, stavolta.

kiev_-mariusz-kluzniak_flickr1La gioventù di Kiev è preparata. Oltre che negli studi, anche ad affrontare una vita che non sarà semplice. Si impegnano, con entusiasmo ed energia. Li vedi correre fra i tavoli dei ristoranti, nelle hall degli alberghi, nei negozi o nelle officine, pronti ad assorbire qualunque cosa possa essergli utile, una parola in più di una qualsiasi lingua straniera o un modo per risolvere una difficoltà. <Ho studiato a Londra poi sono tornata. Ho anche pensato di restare a vivere all’estero, ma eccomi qui> racconta Elena, marketing manager all’hotel Opera, un prezioso e raffinato 5 stelle,  piccolo gioiello fuori dal comune rispetto alla tradizione della Leading Hotels of the World, una delle più importanti collezioni di alberghi di lusso. Elena è colta, ha modi raffinati, è determinata e decisa, ama il suo paese e la sua città. Ha già una brillante carriera alle spalle e insegue un futuro che sarà di successo. <Ho la fortuna di lavorare in uno dei più prestigiosi alberghi di Kiev e ci stiamo impegnando per riportare i turisti in città, che come vede è assolutamente tranquilla: l’Ukraine International, la compagnia di bandiera, sta facendo molto, vorremmo più sostegno dal governo. Ma siamo ottimisti>. E infatti qualche segno di ripresa c’è. Anche nel turismo d’affari. Da quasi due anni è sbocciato nel centro della città un grattacielo di acciaio e cristalli, l’Hilton Kiev. <La nostra clientela è fatta soprattutto da businessmen – spiega una delle manager – La forza del nostro brand attrae e se una grande compagnia come Hilton ha deciso di investire qui è perché vede un futuro radioso>.

ragazze-ucraineLa gente di Kiev, e i giovani, soprattutto, coltivano la speranza con un razionale ottimismo. Amano questa atmosfera romantica e a volte decadente, ma piena di energia, sanno apprezzare la grande gioia delle piccole cose. E’ così che affrontano le prove di vita felice che ogni giorno mettono in scena in questo grande e orgoglioso teatro delle strade e delle piazze di Kiev, qui dove la Grande Madre Russia è stata a lungo matrigna, dai tempi di Stalin fino all’altro ieri. Abbattuto da poco l’ultimo monumento di Lenin – alla fine di Tarasa Shevchenka Boulevard, davanti al mercato Bessaraba Rynok, è rimasto soltanto il basamento con il nome scritto in cirillico, quasi a testimoniare lo sfregio – Kiev è libera, bella e tranquilla e propone i suoi tesori con la semplicità di chi conosce il proprio valore. Così sa accarezzare l’anima con alcune fra le chiese più affascinanti del mondo, scintillanti di giallo (San Volodymyr), verde (Santa Sofia), azzurro (San Michele), con le cupole brillanti di stelle (San Nicola al Lavra) o lampeggianti di striature (la chiesa del Refettorio di Sant’Antonio e San Teodosio sempre al Lavra): anche quando nelle grotte sotto gli altari sono custodite mummie di monaci venerate da millenni, da fedeli che ancora oggi baciano le teche o i teli e restano lì ore con piccole candele in mano, per illuminare le catacombe e il loro futuro. Accade nel Lavra, fondato nel 1051, monastero meta di pellegrinaggi e fra i luoghi più sacri degli Ortodossi.

Piazza-MaidanLì vicino c’è anche un monumento solenne per l’orgoglio ucraino, commemora l’Holodomor, il massacro costato quattro milioni di vittime per la carestia indotta artificialmente da Stalin nel 1932-33 con l’avvio della politica di collettivizzazione. Una cappella a forma di candela, uccelli che provano a volare ma hanno le ali imprigionate dalle pietre e poi la commovente statua di una bambina sofferente e magrissima, con le trecce e le braccia conserte: ogni giorno, nell’incavo del gomito sinistro, qualcuno pensa a sistemare dei fiori freschi.

C’è una enorme responsabilità del comunismo sovietico nelle sofferenze di questo popolo, ma ora si guarda avanti. E all’Europa, più ancora che agli Stati Uniti. Uno stile di vita che vuole essere gaudente e spensierato con notti infinite e discoteche affollate, i migliori marchi a proporre tentazioni da shopping, dal Ferrari Store a Zara, passando anche per ricercatissimi negozi di lingerie, Agent Provocateur e Boudoir, non per caso aperti nella strada intitolata a Maria Zankovetskoia, una famosa attrice, a due passi dalla Casa delle Chimere, considerato il palazzo più bizzarro di Kiev, con facciate ornate di teste di animali e profili demoniaci.

IMG_1829Kiev ha tutto per piacere: cultura, cucina, arti, musei, sport, shopping, i ricordi di Bulgakov, l’ospitalità della gente, che sa ridere ed essere gentile. E perfino il freddo ha il suo fascino: perché consente di assaggiare senza troppo sensi di colpa l’ottimo lardo, pietanza tradizionale, come lo squisito borsch, zuppa contadina con zucca, fagioli, pomodoro, carne se si vuole, oppure in versione rigorosamente vegetariana. Anche nei migliori ristoranti difficilmente si superano i 15-20 euro a testa, a meno che non si ecceda con i vini, ma questo diventa un altro discorso. Bella ed economica, avvincente e fascinosa, Kiev lascia il segno in chi ha la curiosità dell’esplorazione e ama l’insolito. Si arriva con poco più di due ore, viaggio perfetto per un weekend.

 

KIEV 1/ continua

 

 

 

 

 

 

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