MEDITERRANEO

Sangue sui mosaici del Bardo
In Tunisia contro i terroristi

Sono sporchi di sangue gli splendidi mosaici del Bardo. E Tunisi è sconvolta. Dopo Parigi, adesso è una capitale sull’altra sponda del Mediterraneo ad essere attaccata dai terroristi. Sempre più vicini a noi. Il tempo delle esitazioni deve finire. Si vada a Tunisi per stare accanto alla brava gente musulmana, ce n’è così tanta, a far coraggio a chi vive di turismo e rischia di vedere compromesso il proprio futuro. Ma si trovi, con lo stesso coraggio, una soluzione internazionale, anche dolorosa: l’Isis e i suoi fiancheggiatori vanno eliminati.

Questo pezzo è stato pubblicato alcuni mesi fa, lo ripubblichiamo in segno di solidarietà con tutti i tunisini e con tutte le persone coinvolte nell’assalto al Bardo.

 

tunis50928641-c2355f83-e32f-48bf-9f13-3d2303b8557eDA EVITARE

Può essere la parola magica, con cui ottenere tutto, o quasi, ma può anche diventare un incubo. <Bakshish> significa mancia, e la chiedono tutti. Attenzione a quando la si concede, soprattutto all’aperto, nel mezzo di un souk. Non tirate fuori mazzette di banconote, di qualunque moneta si tratti, possono sempre diventare una tentazione. Tenete gli spiccioli in una tasca e usate soltanto quelli.

 Una notte sotto la khima, la tenda dei beduini. Tipico, di grande atmosfera, ma niente illusioni: non si dorme. Tanto vale farci una bella visita, bere un tè, magari accettare anche un interessante invito a cena. Ma la notte no.

Questione personale, naturalmente, quel che piace non si discute. Ma i dolci arabi sono davvero impegnativi. Tutti molto simili hanno spesso la forma e il gusto di una frittata di miele e zucchero, un impasto ipercalorico e melassoso. Per variare sul tema, cercare i datteri coperti di cioccolato e farciti di pistacchio. Allora sì che le papille gustative trillano di piacere.

tunisi02<Delenda Cartago>. E’ rimasta così, più o meno, dal tempo dei romani, 22 secoli fa, e ora Cartagine è soltanto un sito trascurato che non offre emozioni. A voler vedere una terra di conquista che costò battaglie e morti, si resta delusi. Anche perché i romani distrussero davvero tutto: 6 giorni di saccheggi e 17 di incendi prima di arare i campi metro dopo metro. Il saccheggio poi è continuato, ad opera dei tunisini, che fra gli anni ‘70 e ‘80 hanno portato via pezzi di rovine, mosaici compresi. Oggi Cartagine non vale la visita.

<Stai attenta, non girare da sola, ti tormentano>. Falso. Certo, i tunisini sono uomini impetuosi che apprezzano le femmine e non amano il feminismo. A volte esagerano con sorrisi e perfino con apprezzamenti, ma sanno riconoscere e rispettare il limite. Senza paura ovunque, anche negli sgangherati camerini – si fa per dire – della Medina, per provare abiti e gioielli. La fantasia di chi inventa storie di misteriose sparizioni non ha davvero limiti.

 

DA NON PERDERE

 Seguire il profumo del pane, sfornato a tutte le ore. E perdersi fra le bancarelle coloratissime di spezie, fra i venditori di babbucce, ori, incensi, hennè, stoffe, tappeti. La Medina di Tunisi, che l’Unesco ha iscritto fra i luoghi che sono Patrimonio dell’Umanità, è ariosa è mai asfissiante, composta da 20 diversi suk offre un rincorrersi di piccole moschee, portoni colorati, bar, botteghe, ristorantini. Certo, si è anche infastiditi da chi si offre come guida: un rifiuto cortese ma deciso spesso non basta, e sconfitto uno se ne incrocia subito un altro. Ma di più non si può fare.

tunisi35800756I romani sono stati di casa da queste parti, e hanno lasciato alcuni capolavori. Al Bardo, il più importante museo del Maghreb, sono custoditi ed esposti alcuni fra i mosaici più belli del mondo. Splendido quello di Ulisse, legato all’albero della sua nave per resistere all’incanto delle sirene.

Un vicolo può anche racchiudere il fascino di un intero viaggio. Accade così a rue de Pasha, un sentiero stretto e affascinante che divide la Medina. Occhio alle porte: su alcune c’è più di un batacchio perché quello era il modo per indicare il numero di persone che abitavano nella casa. Intensità e numero di colpi servivano anche a far riconoscere gli ospiti, se a bussare erano uomini o donne, bambini o adulti. Il portone al numero 29 è fra i più usati per le foto ricordo.

L’opulenza araba risplende durante la cena a Dar el-Jeld, locale storico della vecchia Tunisi, splendido palazzo restaurato del XVIII secolo. Splendida sala centrale in un cortile coperto, a richiesta piccole sale più appartate. In tavola sapori straordinari che fanno anche pensare alla nostra Sicilia: kabkabou, pesce con pomodori freschi, capperi e olive; couscous di pesce con vongole e uvetta. Chi ama i sapori forti scelga il mosli d’agnello, stufato con sugo e zafferano.

La talassoterapia è scienza del piacere che dopo la Francia, dove è nata, ha la Tunisia come vera culla. E <The Residence> ha uno dei centri più attrezzati al mondo. E’ il rifugio di chi ama il lusso raffinato, il solo albergo tunisino ammesso nella prestigiosa catena <The Leading hotels of the world>. Piscina da 1500 metri quadrati, questo centro vuole ricreare l’atmosfera delle antiche terme romane e dei bagni turchi orientali. Indimenticabile

tunisi_m8t2c_T0Sidi Bou Said è la Portofino tunisina, con vicoli affrescati dalla bouganville, case dipinte di azzurro e bianco. Una pace di altri tempi, in questo borgo che si anima con il passare delle ore. Da non perdere un te alla menta nel bar in fondo al viale centrale, servito con la teiera altissima, a favorire schiuma nel bicchiere e aroma tutto intorno. Fra le residenze acquistate di recente, una che ospita Afef e suo marito Tronchetti Provera.

 

DOVE ANDARE A BALLARE

Le signore con qualche chilo in più hanno grande successo in Tunisia: gli uomini non apprezzano le modelle <pancia ultrapiatta> che non hanno nulla da <far muovere>. Dunque nessun problema di linea per diventare interpreti della danza del ventre, regina della notte di Tunisi. Ritrovo più frequentato è il Cafè Rabet, nella Medina. Chi volesse imparare, può chiedere informazioni sui corsi. Notti occidentali, invece, per scelte musicali e volume, al Club 2001 e al Joker Club oppure nelle discoteche dei grandi alberghi.  

 

DOVE VEDERE IL TRAMONTO

Un tè alla menta con i pinoli al Cafè de Nattes di Sidi Bou Said, quando la calca se ne va e gli escursionisti tornano a Tunisi, mentre il bianco delle case si tinge appena del rosa del tramonto. Alle pareti del bar resistono le foto di chi è passato di qui: Sartre, Andrè Gide, Simone de Beauvoir. Grande atmosfera per un piccolo piacere che si ricorda a lungo.

 miranlookbookCOSA COMPRARE

I gioielli berberi. Il fascino dell’etnico vero, quello con una storia ricchissima e una tradizione che vive ancora oggi. Le uccelliere di Sidi Bou Said, un ricamo di fili metallici dipinti di bianco. LA Mano di Fatima, talismano che protegge da tutto: generalmente è un ciondolo da appendere a una collana. Numerosi e frequenti, ma anche facilmente riconoscibili, gli imbroglioni. Gli acquisti nella Medina sono i più affascinanti, e anche i più sicuri. Fra le boutique più ricercate, Fella, a place Pasteur: era il posto preferito di Grace di Monaco. Un solo difetto: ha i prezzi fissi, cancellano l’estenuante divertimento della trattativa.

 

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