Il Reportage

L’Australia di Alice Springs
e le “vie dei canti” di Chatwin

Siamo a <Centralia>, perché Alice Springs è il centro dell’Australia, il cuore geografico dell’isola continente. Ed è l’idea stessa dell’avventura e della cultura aborigena. Stregò Bruche Chatwin, che qui ambientò il suo miglior libro, “Le vie dei Canti”. Per stare tranquilli, basta non esagerare.
alisce-springDA EVITARE

Non ci si deve sentire né travestire per forza da Crocodile Dundee, uomini rudi nello spirito e nel corpo. Anche perché qui ci sono le versioni originali, che sanno bene come maneggiare boomerang e pugnali. Prudenza, per evitare figure da imbecilli.

La passeggiata notturna sul letto asciutto del Todd è mitologia dei seguaci di Bruce Chatwin, che qui ha ambientato il suo miglior libro, <Le vie dei canti>. Atmosfera e cultura aborigena sono molto cambiate, ma ogni tanto si trova qualche nativo che dorme o prova a smaltire la sbronza a diretto contatto con la natura. Cioè disteso per terra. E se ci si inciampa contro, il risveglio può diventare una seccatura.

Avete presente le nostre corse di cani? O dei cavalli? Qui usano i dromedari, _alicePAT3708-2arrivati con gli esploratori e poi adattati al nuovo ambiente. La gara, chiamata <Camel Cup>, non è entusiasmante, anche se i locali si divertono come matti. D’altronde amano le stravaganze. Ridono perfino con la <Henley-on-Todd-Regatta>, una gara di canoa <virtuale> in quanto il fiume Todd è quasi sempre in secca e i concorrenti sono costretti a percorrerlo con le canoe in spalla.

<Una passeggiata, basta un’oretta>. Chi è salito fino in cima ed è arrivato a firmare il registro degli arrampicatori sa che non è così. <The Climb>, la scalata dell’Ayers Rock, era impegnativa ma ora è di fatto vietata, per rispetto degli aborigeni che considerano sacro il monolite.

 

DA NON PERDERE

alicdscn1491.T0<School of the air>, la scuola dell’aria, è invenzione del Red Centre australiano, questa zona dove le aule sono troppo lontane dalle fattorie più sperdute. Così alle 9 di mattina gli alunni si ritrovano sulle lunghezze d’onda delle radio, ciascuno a casa propria. Non arrivano a 200 i bambini collegati, distribuiti su un territorio di un milione di chilometri quadrati. Il maestro fa l’appello e insegna: i risultati, dicono, sono soddisfacenti. Si può visitare la sede centrale e assistere alle lezioni.

Batte qui il cuore dei Flying doctors, i Medici Volanti, pronti ad arrivare ovunque in un’ora e mezzo di volo, in un paese dove le distanze sono infinite e gli ospedali, a volte, lontanissimi. Curano, ingessano, spiegano malanni e terapie, ma non danno nomi alle medicine: ogni farmaco ha un numero ed è quello che il paziente dovrà indicare nelle comunicazioni via radio se si aggrava, accusa altri disturbi o ha bisogno di un’altra scatola. L’Aspirina è 143, supposte per la tosse 59, un cardiotonico 12. Dicono che è più semplice e si corrono meno rischi.

Rod Steinert è una guida preziosa per provare ad avvicinare gli aborigeni. Brutti, sporchi, qualche volta perfino cattivi. «Siamo qui per imparare – dice ai piccoli gruppi di turisti che porta con sè nella boscaglia – dimentichiamo tutto: lavatrici, telefoni, aria condizionata. Qui la gente non si lava perchè doccia e bagno aumentano la traspirazione e 40 gradi all’ombra sono una temperatura difficile da sopportare quando c’è poca acqua in giro. Non profumano di lavanda, hanno un altro odore ma questa è casa loro, e funziona così. Nessuno ci ha obbligati a venirli a trovare». Chiaro? Chi pensa di non farcela, rinunci prima. Ma perde una sfida, innanzitutto con se stesso.

alice<Walk about>, è l’andare in giro degli aborigeni, a cercare loro stessi vagando senza meta. Lo fanno da sempre, peregrinando sui sentieri di questo deserto che da 22 mila anni è la loro terra e che ringraziano, a volte, incidendo una vena e lasciando scivolare il sangue sulla sabbia. Oggi vivono un presente difficile, stravolti da abitudini non loro, a cominciare dalla birra. Ma vederli pregare, dopo aver scalato con quattro salti l’Ayers Rock, è esperienza che non si dimentica.

Piatto forte, per palati abituati all’avventura gastronomica o per gente con un gusto illuministico della cucina. I witchetty grubs sono vermoni lunghi fra i 5 e i 7 centimetri presi dalle radici delle piante. Si mettono vivi sotto la sabbia ardente e si cuociono in pochi istanti: il sapore è identico alla pannocchia di granturco, la consistenza simile a quella dei gamberi. In alcuni ristoranti sono la base per un’ottima zuppa. Non c’è altro posto al mondo dove li preparano nello stesso modo.

I road train sono due Tir in uno, veri treni della strada, interessanti da guardare, soprattutto da dentro. Giganti su ruote, sono lunghi quasi 50 metri, difficili da superare quando compaiono davanti e un vero incubo quando appaiono nel retrovisore. Attenzione, perché qui un incidente è un disastro. Vicino all’Ayers Rock, un cartello segnala che non ci sono rifornimenti d’acqua nel giro di 200 chilometri. Un sottile invito a ogni forma di prudenza.

 

alicemedium_6759430091DOVE VEDERE IL TRAMONTO

L’alba e il tramonto sono le ore di maggiore affollamento intorno ad Ayers Rock. Perché il monolite più grande e famoso del mondo cambia colore ad ogni istante in uno stupefacente spettacolo che si ripete ogni giorno, da 600 milioni di anni. All’alba si schiarisce, al tramonto perde luminosità e diventa cupo, dal rosa riesce a vestirsi di marrone scuro, passando per il rosso e il violetto. Quando piove, raramente, diventa nero. Quale momento preferire, è questione di sensibilità personale. Di certo il tramonto è più comodo. E anche più affascinante.

 

DOVE ANDARE A BALLAREaliceg

Mai provato nel deserto, tra le piante di spinifex e la sabbia rossa? Magari mentre risplende la luna. Magari con i passi del corroboree, la danza rituale con cui, intorno al totem, si invocano gli dei e si racconta la storia della tribù. Lo fanno, e lo insegnano, Jabarula il guaritore, Chungari il musicista, Jabaljari il lanciatore di boomerang, Nubalnardi il pittore, e poi Jakamara, Nungari, Nubajimba. Ballando insieme a loro, si può guardare verso il nulla e cercare, con il cuore, <le vie dei canti>.

 

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