Il Reportage

Il ritorno di Phnom Penh,
la “Parigi d’Oriente”

Phnom Penh è una città in rinascita. Con mille difficoltà, perchè le tragedie recenti fanno ancora pagare un prezzo altissimo, perchè la povertà è tuttora una terribile realtà ma si sta provando a migliorare le condizioni di vita di tutti. Piaghe antiche e moderne, ma una capitale che vorrebbe tornare ad essere quella “Parigi d’Oriente” che fu un tempo. E’ una delle città che più amo al mondo.

 

 

phnom-phen-2_c1000_800DA EVITARE

Il comandamento è “Non creare altri orfani”. L’idea di molte Ong è che troppo spesso l’elemosina non aiuti i bimbi di strada a riscattarsi ma piuttosto a restare orfani. E allora l’incoraggiamento è di supportare le famiglie: www.thinkchildrensafe.org. Per azioni concrete e dirette, www.ecpat.it: si può donare ad Ecpat anche con il 5 per mille.

La gastronomia locale è basata su materie prime di semplice reperimento. Ovunque si trovano bancarelle che propongono pericolose fritture, soprattutto grilli e ragni, e altre <leccornie> di cui è difficile capire l’origine, ci sono perfino i feti di oca. Chi vuole provare azzardi pure, alcuni gusti non sono neppure spiacevoli. Chi non ha fegato sufficiente, si tenga alla larga.

La commozione facile non è bagaglio da portare in un viaggio che tocca Phnom Penh. Perché ci sono molte sofferenze per le strade, perché si scontano gli orrori dei Khmer Rossi, perché la civiltà deve ancora arrivare dappertutto. Ma è un viaggio che insegna a riflettere su un mondo che altrimenti si rischia di dimenticare.

I locali sulla sponda orientale del fiume, quella che si raggiunge traversando il Chruoy Changvar, sono famosi per offrire una ristorazione tradizionale, con cibo e intrattenimento rigorosamente khmer. Significa che hanno sempre una banda che suona musica popolare. Inimmaginabile.

phnom-penh-cosa-visitare_25899417b7a80ce22ea4bcd4b21050abDA NON PERDERE

E’ il luogo dove si chiede un aiutino, dove si invoca Buddha per avere fortuna e successo. Il Wat Phnom è nel punto più elevato della città, in cima a una collinetta che è meta di un pellegrinaggio ininterrotto. Se i desideri vengono esauditi si torna con un’offerta. Chi non ha niente da chiedere può liberare una coppia di uccellini che vengono venduti lì intorno.

L’arte Khmer è raffinata ed elegante e il Museo Nazionale di Phnom Penh ne propone esempi molto interessanti. Da non perdere le statue di Shiva e Vishnu: bellissima quella di Jayavarman VII in posizione seduta.

Sisowath Quay, il lungofiume, è il vero centro della città. Dall’alba, quando è palcoscenico della ginnastica tai-chi, fino a notte fonda, quando si cena nei tanti ristorantini – il migliore è il Riverside, ma ora anche Le Croisette ha buona gastronomia e ambiente confortevole – e si guarda il passaggio, compreso quelli degli elefanti che tornano dal lavoro. Nel pomeriggio, aperitivo, mojito o tè freddo all’FCC, la terrazza più bella della città.

Smoky Mountain Rubbish Dump, Phnom PenhLa discarica è un monumento al dolore, dove lavorano e vivono orde di bambini. Raccolgono quello che è utilizzabile tra i rifiuti – come le bottiglie di birra – e lo rivendono a chi sa come riciclare guadagnando. Molte Ong agiscono nei dintorni della discarica, cercando di sottrarre i bambini dalle baracche fra l’immondizia e attrarli nelle aule dove cominciano a studiare.

E’ uno dei ponti più famosi del mondo perché è qui che Sydney Schanberg, corrispondente del New York Times, venne arrestato dai Khmer Rossi il 17 aprile 1975, giorno della caduta di Phnom Penh. Da lì comincia la storia del film <Urla del silenzio>. Il ponte è il Chruoy Changvar, detto anche ponte dell’amicizia giapponese: venne ricostruito, infatti, con un finanziamento di Tokyo.

Può sembrare fuori luogo, ma Phnom Penh è posto ideale per giocare a golf. I migliori campi sono il Royal Golf Club e il Cambodia Golf and Country Club, entrambi sulla N4, la strada che porta a Sihanoukville.

The-Tuol-Sleng-Genocide-Museum-is-a-museum-in-Phnom-Penh-the-capital-of-Cambodia.-The-site-is-a-former-high-school-which-was-used-as-the-notorious-Security-Prison-21-S-21-Christian-HaugenAlmeno una parte del processo ai Khmer Rossi, responsabili di eccidi mostruosi, si è conclusa. E il compagno Duch, uno dei capi della prigione S21, è stato condannato a 35 anni. Andare a vedere questo luogo di orrori. Commuove, fa star male, fa piangere ma costringe a riflettere. La Cambogia è questa e Phnom Penh è la sua capitale.

Psar Thmei, il Mercato centrale, è ospitato in un interessante edificio in stile art decò, sotto una cupola gigantesca. E’ un gran bazar dove si trova di tutto e che si sta espandendo anche oltre la copertura dell’edificio. Meno polveroso e soffocante del Mercato Russo, offre le stesse possibilità di acquisto – fiorente mercato di falsi – e dunque di buoni affari o di perfetti imbrogli.

Il profumo di pane si insegue per le strade di Phnom Penh, ricca di gustose panetterie. Se ne trovano nelle hall di quasi tutti gli alberghi di lusso. Molto popolare è la Kiwi Bakery, fondata da una famiglia khmer vissuta a lungo in Nuova Zelanda. Oltre a vari tipi di pane, propongono torte alla marmellata, torte al formaggio, bignè ricoperti di cioccolato. Perfetto per un pasto dai sapori <di casa>.

TRAMONTO

Il volo spettacolare delle migliaia di pipistrelli che al tramonto escono del sottotetto del Museo Nazionale per esibirsi in una passeggiata aerea. Formazioni acrobatiche che si allungano e si scompongono e poi si riuniscono. Celebrazione vagamente sinistra, adeguata alla Cambogia, ma sicuramente affascinante sullo sfondo del cielo rosa che accarezza il Mekong.

HeartofDarknessClubPhnomPenh21403170125BALLARE

La notte ha una visita d’obbligo, Heart of Darkness, un cuore di tenebra che è luogo di ritrovo di ogni viaggiatore. Atmosfera non ricercatissima, animazione intorno al biliardo, signorine che offrono compagnia e signori che la cercano. Ma anche gioventù che vuole solo ballare e divertirsi. Un salto al NagaWorld, per chi ama i casinò con tutto quello che c’è intorno

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